sabato 16 maggio 2015

"La sopravvivenza durante la guerra" commento di Tommaso Sapienza

Riguardo all'argomento dell’assedio di Sarajevo mi faccio molte domande sulla vita degli assediati e in particolare sulle conseguenze di questo radicale cambiamento che vede da una parte gli assalitori e dall'altra gli abitanti della città.
Gli abitanti non potevano nulla contro i militari, quindi molti scappavano e altri si rifugiavano in casa o in edifici “sicuri” che però venivano perlustrati o semplicemente distrutti durante gli scontri.
Quindi non esisteva un posto sicuro in cui rintanarsi per essere al riparo, perché in un modo o nell'altro bisognava cambiare luogo e “volti”. “Volti” perché non si sapeva con chi si capitava durante gli spostamenti, l’importante era sopravvivere. Per esempio inizialmente si poteva essere con la propria famiglia, ma poi ci si poteva trovare con degli sconosciuti, soli, o nel peggiore dei casi, ci si poteva ritrovare legati per i polsi con un fucile puntato verso la propria direzione.
Inoltre questo cambiamento ha completamente stravolto la vita quotidiana degli abitanti di Sarajevo.

Ad esempio non si poteva andare a scuola perché erano chiuse o non esistevano più, fare la spesa per acquistare i beni di prima necessità per sopravvivere: era troppo pericoloso perché bisognava uscire di casa e quindi essere delle “prede” per i soldati.
Bisognava costantemente essere in allerta, una distrazione poteva costare la vita.

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