Riguardo
all'argomento dell’assedio di Sarajevo mi faccio molte domande sulla vita degli
assediati e in particolare sulle conseguenze di questo radicale cambiamento che
vede da una parte gli assalitori e dall'altra gli abitanti della città.
Gli abitanti non
potevano nulla contro i militari, quindi molti scappavano e altri si
rifugiavano in casa o in edifici “sicuri” che però venivano perlustrati o
semplicemente distrutti durante gli scontri.
Quindi non
esisteva un posto sicuro in cui rintanarsi per essere al riparo, perché in un
modo o nell'altro bisognava cambiare luogo e “volti”. “Volti” perché non si
sapeva con chi si capitava durante gli spostamenti, l’importante era
sopravvivere. Per esempio inizialmente si poteva essere con la propria
famiglia, ma poi ci si poteva trovare con degli sconosciuti, soli, o nel
peggiore dei casi, ci si poteva ritrovare legati per i polsi con un fucile
puntato verso la propria direzione.
Inoltre questo
cambiamento ha completamente stravolto la vita quotidiana degli abitanti di
Sarajevo.
Ad esempio non si poteva andare a scuola perché erano chiuse o non esistevano più, fare la spesa per acquistare i beni di prima necessità per sopravvivere: era troppo pericoloso perché bisognava uscire di casa e quindi essere delle “prede” per i soldati.
Ad esempio non si poteva andare a scuola perché erano chiuse o non esistevano più, fare la spesa per acquistare i beni di prima necessità per sopravvivere: era troppo pericoloso perché bisognava uscire di casa e quindi essere delle “prede” per i soldati.
Bisognava costantemente essere in allerta, una
distrazione poteva costare la vita.
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